
Un tempo la "Bassa" era un territorio ricco di piantagioni di mele cotogne, la Cydonia vulgaris, una pianta arborea originaria dell’Asia, che aveva ben attecchito nell’Italia del Sud ma anche nella bassa pianura emiliana.
Il melo cotogno era coltivato per i suoi frutti profumati, commestibili solamente se cotti o trasformati in marmellata. Fra l’altro, l’albero del melo cotogno era molto utile per gli innesti con le varietà più delicate del pero e del melo.
Va detto che questa specie di marmellata solida era l’orgoglio della casata dei Pico e, dato che la cotognata non era facilmente reperibile in altre città d’Italia, veniva portata in tavola dai Signori della Mirandola nelle grandi occasioni solenni, soprattutto quando c’erano degli ospiti di grande importanza.
Già nel Cinquecento e soprattutto nel Seicento, la cotognata era il leggendario biglietto da visita dell’arte culinaria mirandolese (Mirandola, provincia di Modena). Questa cotognata si otteneva facendo bollire a lungo le mele cotogne ben tagliate a pezzi.
Ma cos’è oggi la cotognata, una leccornia assolutamente introvabile?
Grazie alla famiglia Spigaroli no, la tradizione continua, più buona che mai!
La Confettura di Cotogne, con scorze di agrumi, è ideale in abbinamento a carni o formaggi.
- Prodotto pronto all'uso
- Confezione in legno da 400 gr - coperchio serigrafato
- Frutta utilizzata 80 g per 100 g